Sogni e buoni propositi: buon anno!

Mentre in rete continuano a proliferare varie modalità in cui l’appena trascorso 2020 viene (giustamente) mandato a quel paese (per non dire di peggio), è giunta finalmente l’ora di concentrarsi sull’anno che verrà. 

Normalmente, prima del Covid intendo, ogni inizio d’anno è sempre stato caratterizzato dal fatto di tirare le somme di quello appena concluso, e dall’elenco dei buoni propositi per quello che sta per iniziare. I libri di motivazione sono pieni di suggerimenti sul come scrivere gli obiettivi: devono essere sfidanti ma nello stesso tempo raggiungibili, in modo da spingerci davvero ad agire. In più, se proprio devono incitarci all’azione, devono essere suddivisibili in passi intermedi, in modo da aiutarci nel percorso verso il risultato finale. 

Credo che in molti, ad inizio 2020, abbiamo scritto o quantomeno immaginato tale lista, per poi doverci presto scontrare con la dura realtà: è scoppiata la guerra, anche se bombe e missili non volavano e le case non crollavano, ma la guerra è scoppiata davvero, e l’obiettivo di molti è diventato quello di sopravvivere. 

Ora, guardandoci indietro, non possiamo che sperare che il 2021 sia migliore del suo predecessore, anche se credo che, per molti, un profondo senso di inutilità e sfiducia abbia preso il sopravvento. Per chi ha un’impresa, tutto ciò si traduce nella speranza di chiudere l’anno prossimo con l’azienda ancora in vita e, magari, “scricchiolante”, ma tutto sommato in salute. 

Di fronte a scenari del genere, ha senso fare propositi per l’anno a venire? O ci si deve limitare a sperare di sopravvivere? La tentazione è forte. Vi assicuro che, col mio mestiere, sono a contatto quotidianamente con gli imprenditori, e il senso di estrema fatica che è rimasto addosso a chi ha avuto la fortuna di non dover chiudere per sempre, è estremamente forte. Tutto è, ed è stato, notevolmente più sfidante ed estenuante del solito, e ancora oggi, seppur con segnali positivi come quelli connessi al vaccino, non sappiamo quando potremo tornare alla normalità. 

La mia risposta, però, è che gli obiettivi hanno ancora un senso. Sognare è difficile, ma vale la pena farlo. In fondo, sogni e speranze non costano nulla. L’unica accortezza che bisogna avere, a mio avviso, è quella di essere meno rigidi e pretenziosi del passato: fare liste di propositi da raggiungere, suddividendole anche in sotto-traguardi a cui mirare mensilmente o trimestralmente, pare davvero esagerato, al giorno d’oggi. Dobbiamo, però, avere un’idea della nostra direzione:
dove stiamo andando? A cosa stiamo mirando? Se avessimo a disposizione il genio della lampada, cosa gli chiederemmo?

L’importante è, quantomeno, cercare di essere sinceri con noi stessi. Cosa vogliamo davvero? Cosa vogliamo NOI, al di là di quel che ci dicono voglia Dio, o lo Stato, i genitori, la famiglia, quel che ci hanno insegnato, quel che si aspettano da noi? Cosa desideriamo, al di là delle strutture in cui, magari, siamo ingabbiati oggi? Questo ha un senso, al di là dell’effettiva realizzabilità, in breve tempo, di tali sogni. 

Tutto ciò, davvero, non costa nulla. Poi, non dico che domani non ci ritroveremo tutti, ugualmente, a spaccarci la schiena e a farci venire il mal di testa, studiando come tirare a campare in questo mondo ormai avverso.  Ma certamente è meglio farlo con indosso quel sorriso, un po’ ebete ma bellissimo, di chi ancora sogna. E poi, prima o poi, qualche sogno che si realizza davvero, c’è!

BUON ANNO!