Imprenditoria femminile – Donne, come fate a far tutto?
La scorsa settimana, mia moglie si è tagliata piuttosto seriamente un polpastrello, il pollice della mano sinistra per la precisione.
“E a noi cosa interessa?” …..vi sento eh? Un attimo. Arrivo al dunque.
Dovete sapere che mia moglie lavora con me, anche se diciamo che ci siamo un po’ divisi i compiti:
lei ha un orario abbastanza standard, e pensa anche alle cose di casa.
Io sono quello che, se necessario, si alza alle 4:30 per rispondere alle mail e che si sveglia di notte pensando ai problemi lavorativi, ma per quel che riguarda le faccende domestiche mi limito al minimo sindacale, giusto per non dover dire a me stesso che non faccio proprio nulla. Spesa, pulizie, cucina, lavastoviglie, fare il letto ecc. sono cose che mi permetto di “dare per scontate”.
Fino alla scorsa settimana, appunto, perché tagliarsi un dito complica notevolmente le cose, e tante faccende non risultano più così semplici da compiere. Ergo: mi sono dovuto tirare su le maniche. Ed è stato un mezzo trauma. Mi sono ritrovato a fare letti (ma perché le lenzuola non vanno mai dove uno vorrebbe?), pelare patate, preparare risotti, stendere il bucato e così via, ovviamente mentre tentavo di dare una continuità alla mia attività lavorativa.
Mi sono sentito un vero Superman, finché non ho realizzato che quel che avevo compiuto e che mi aveva fatto sentire un supereroe, è in realtà, quello che le donne lavoratrici e, ancor di più, le imprenditrici, fanno probabilmente ogni giorno! E quando una sera, alle 20:30, ho detto “vado a letto”, mi sono sentito davvero un idiota: dopo una settimana di lavoro da casalingo, sarei già stato pronto a “mettermi in malattia”!
Ecco, dunque, la mia riflessione relativa al mondo dell’imprenditoria femminile: vorrei davvero tessere le lodi di tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, riescono ad occuparsi di tutto questo, contemporaneamente, magari col sorriso sulle labbra! Parlo di donne ma potrei estendere il mio discorso, a tutte quelle persone che fanno tutto questo, ogni giorno!
Ma come fate ad essere così “multitasking”? Ve lo chiedo dal profondo del cuore, io che, per rendere al massimo, dovrei rinchiudermi in un bunker e tagliare i contatti col mondo esterno fino ad aver terminato alla perfezione ciò che avevo in programma…Sicuramente, d’ora in avanti, non mi lamenterò più del dover rispondere ad una mail in tarda serata, dopo aver provato cosa significa parlare al telefono, mentre magari con una mano stendo il bucato e con l’altra mescolo ciò che bolle in pentola, per evitare che bruci.
L’insegnamento che voglio trarne è questo: la divisione dei compiti è, certamente, un’ottima tattica organizzativa, ma ogni tanto fa bene invertire i ruoli, per mettersi nei panni dell’altro, assumere un punto di vista differente, e comprendere sulla propria pelle cosa significhi, concretamente, essere quella persona che, magari, spesso finiamo per dare un po’ per scontata. Quante volte ci lamentiamo per un’unica cosa fatta non accondiscendendo le nostre aspettative, senza ringraziare per le centinaia di dettagli che nemmeno vediamo più? Dire “grazie” è una pratica bellissima, purtroppo un po’ in disuso, capace di creare vere magie nella vita quotidiana.