Questa settimana tutti i discorsi di attualità ed economia perdono, per me, interesse di fronte alla morte di una persona amata, mio suocero Aldo.
Mi correggo subito: le mie convinzioni mi ricordano, infatti, di non parlare di “morte”, ma di
“passaggio” e “ritorno al Padre”. Immediatamente poi, direttamente dal cuore mi vengono suggerite
una serie di cose da dirvi, che fanno parte dell’eredità spirituale che Aldo ci lascia, rammentandole
allo stesso tempo anche me stesso.
Normalmente, quando scrivo mi occupo di concetti che possono essere di interesse per gli
imprenditori, ma invito comunque tutti a continuare nella lettura, perché credo che gli spunti che
cercherò di darvi possano essere di aiuto a tutti, anche agli imprenditori dunque che, prima di essere
definibili come tali, sono soprattutto esseri umani.
Aldo, nella sua vita, è riuscito in quella che, probabilmente, è l’impresa più ardua, e più grande:
quella di essere una brava persona. Ha raggiunto traguardi che, per la maggior parte di noi,
appaiono oggi improponibili, arrivando a festeggiare cinquant’anni di matrimonio, crescendo e
amando smisuratamente tre figli. La sua vita è stata costantemente indirizzata e guidata dall’amore
per il prossimo, e in questo ha davvero incarnato quell’ideale di vita cristiana in cui tanto credeva.
So benissimo che non tutti i sedicenti cristiani sono brave persone, e che, parallelamente, non tutte
le brave persone sono cristiane, ma in Aldo questa identità era perfettamente realizzata.
Ha adorato il suo lavoro che, pur essendo un dipendente, ha sempre svolto con una passione e una
professionalità che tanti titolari d’azienda possono solo sognare. Non ha mai inseguito la ricchezza
materiale, preferendo accumulare tesori nei rapporti umani, e nel servizio al prossimo. Le sue opere
svolte in amicizia o volontariato, davvero, non si contano.
Per lui, il “dare” veniva sempre ben prima del “ricevere”.
Amava il bello, che coglieva sia nelle meraviglie della natura, che nelle opere d’arte. Lui stesso era
capace di dipingere paesaggi mozzafiato e di intagliare magnificamente il legno. Adorava la
musica, e gli piaceva ascoltarla cogliendo le sfumature del suono. È riuscito a trasmettere ai suoi
figli la capacità di osservare il Creato emozionandosi, con gli occhi del cuore, un qualcosa che, per
ora, io riesco soltanto ad agognare e, benevolmente, invidiare.
Ora che la sua anima si è staccata dal corpo, vedo centinaia di persone che si stringono alla
famiglia, con immenso amore nel ricordo di lui, e penso: “Ecco, è questo il vero trionfo, nella vita”.
Pensateci bene: al di là di tutte le realizzazioni personali, il denaro, le case, le auto che potremo
acquistare e i viaggi che potremo fare, come si misura davvero il successo? In questi giorni lo sto
comprendendo, e la mia risposta finale è questa: lo si può cogliere nel numero di persone che, una
volta che ce ne saremo andati, ci ricorderanno con amore, raccogliendo quella che, in qualche
modo, è la nostra eredità spirituale.
Non sto dicendo di spogliarci di tutto e seguire le orme di S. Francesco, no, non per forza
dev’essere così. Perseguiamo pure i nostri obiettivi, realizziamo i nostri sogni, sviluppiamo i nostri
progetti e accumuliamo anche denaro, se lo vogliamo! Non scordiamo, però, questa domanda che
dovrebbe ispirare ogni singola nostra giornata: quando ce ne saremo andati, in quanti ci
piangeranno davvero? In quante persone avremo lasciato un segno indelebile? Quante vite saranno state davvero toccate da noi, quante persone potranno dire che la loro esistenza, grazie alla nostra
conoscenza, è migliorata?
Ecco, io in questo sono probabilmente ancora un po’ indietro, e (anche in nome di Aldo) mi
riprometto di impegnarmi di più. Provate a farlo anche voi. Facciamolo tutti. Perché poi, alla fin
fine, la misura ultima di tutte le cose, il motore della vita e dell’universo, lo scopo supremo della
vita, l’alfa e l’omega, rimane sempre e solo l’Amore.
Grazie Aldo, perché con il tuo esempio, queste cose me le hai insegnate.
Grazie, ti mando mio cell. 335/7118875 . E da tempo che volevo parlarti di un mio progetto. Marcello Pioli
Buongiorno,
ho conosciuto Aldo in collegio 58 anni l’ho rivisto insieme al gruppo a Parma 5 anni fa ,era rimasto lo stesso ragazzo di allora sorridente semplice e buono,ma sapevo poco della sua vita privata e sono rimasto colpito tutto quello che ha fatto per gli altri e che solo una persona buona dentro come lui poteva fare, condoglianze di nuovo e avremo tempo quando cambieranno i tempi di commemorato tutti insieme come merita. Un abbraccio a tutta la famiglia, Alfonso e famiglia
Bellissime parole Marco!!! Penso che Aldo fosse davvero una persona davvero “speciale “…. mi hai toccato il cuore!
Grazie mille
Assolutamente si! Ti ringrazio