Non è tutto oro quel che luccica. L’esempio della Juventus
Ci tengo, innanzitutto, a specificare una cosa: NON sono un appassionato di calcio, anzi direi proprio che non me ne intendo per niente! Dunque, animi “calienti”, calmatevi: questo NON è un articolo rivolto ad aizzare una contro l’altra le varie tifoserie.
Negli scorsi giorni però, non ho potuto fare a meno di notare una notizia quantomeno curiosa, che annuncia una probabile PERDITA da 69 milioni di euro nel bilancio della Juventus (che viene chiuso al 30 giugno di ogni anno), con un peggioramento rispetto al precedente anno in cui, comunque, la perdita era stata di circa 40 milioni. Ok, quest’anno c’è stato il COVID, ma questa parabola discendente è iniziata ben prima dell’epidemia.
In breve, questi risultati dipendono dal fatto che la Società ha, da un lato, fatto investimenti ingenti (con una politica alquanto “allegra” sul fronte dell’indebitamento), che hanno comportato anche un conseguente e notevole aumento dei costi d’esercizio: in cima alla lista, ovviamente, troviamo l’acquisto della star internazionale Ronaldo. Dal lato-ricavi, invece, si è andati incontro a qualche delusione di troppo, culminate nella doppia débâcle di due Champions League a cui si aspirava e che, invece, non sono state vinte.
Cosa ci insegna tutto questo?
Innanzitutto, che non è tutto oro quel che luccica: osservando la regina della serie A, infatti, pare di intravedere lusso, successi e, in generale, un’atmosfera di trionfo. Invece, il bilancio è in perdita, e qualcuno dovrà farsi venire qualche bella idea per riportare il segno “+” in fondo ai conti societari.
Questo è vero anche nel mondo delle piccole imprese: spesso siamo portati a giudicare positivamente un’azienda perché, magari, in apparenza tutto è scintillante, c’è la fila di clienti fuori dalla loro porta e i titolari ostentano uno stile di vita da far invidia. Credetemi, spessissimo vale esattamente il contrario: ho visto tante imprese davvero eccellenti con un “look” arduo da notare e con titolari difficili da riconoscere in mezzo ai loro dipendenti. Per quel che riguarda i clienti in fila fuori dalla porta, certamente è un buon segno di notorietà, ma bisogna poi vedere se questa gran mole di affari porta della marginalità positiva nei conti aziendali!
L’altro insegnamento da portarci a casa è certamente questo: gli investimenti vanno fatti, e a volte bisogna anche saper osare. Il troppo, però, stroppia. Possiamo assumere la più grande star planetaria, o il miglior esperto mondiale di ciò di cui ci vogliamo occupare, ma se il costo di questa operazione non viene “ripagato” dai successivi ricavi, avremo fatto parlare molto di noi, sì, ma avremo mancato uno dei principali obiettivi di chi fa impresa: generare MARGINI POSITIVI dalla propria attività caratteristica. Se gli investimenti vengono fatti, poi, spingendo molto sulla leva del debito, dobbiamo sempre ricordarci che il loro rendimento dovrà risultare notevolmente superiore agli interessi passivi, altrimenti ci troveremo sempre su un pericoloso spartiacque.
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Links utili:
https://www.money.it/Bilancio-Juventus-2020-perdite-70-milioni-terzo-rosso-fila
Caro Marco , sulla Juventus sono mooolto preparato, al nostro incontro ti dirò come la penso io !! Ciao a presto