RIPARARE – IL SECONDO STEP DEL MIO METODO “im – PRESA”
Una volta eseguita la prima fase del percorso, dovremmo essere in grado di descrivere con sufficiente precisione i punti di forza e di debolezza della nostra azienda.
A questo punto, prima di pensare a qualsiasi forma di successiva evoluzione, è necessario correre ai ripari, correggendo le mancanze riscontrate nella fase di preparazione. Questo affinché si riducano al minimo possibile, o auspicabilmente spariscano del tutto. Certo, quest’ultimo risultato, me ne rendo conto, è molto difficile da ottenere: il buon vecchio motto “nessuno è perfetto” vale anche in ambito aziendale, e meno male che è così: ritengo che un mondo senza macchia sarebbe molto noioso.
Dobbiamo, però, cercare di giungere ad un obiettivo qualitativo che sia il più soddisfacente possibile e, attenzione, senza pensare per forza di cose ad un miglioramento dei risultati (più
fatturato, più dipendenti, più punti vendita, ecc.). Ho visto fin troppe aziende andare in difficoltà
per colpa di obiettivi troppo sfidanti, oppure totalmente sbagliati a livello concettuale.
Dal punto di vista della logica aziendale, riparare e sistemare uno squilibrio nella strutturazione finanziaria d’azienda, o negli assetti organizzativi, oppure nella struttura produttiva, può risultare estremamente più importante rispetto all’iniziare a pensare a raddoppiare il fatturato, fare il triplo di nuovi contratti, avere la fila fuori dal negozio, o altre casistiche del genere che, usualmente, sono nella “top ten dei desideri” di diversi imprenditori.
Il concetto può essere spiegato paragonandolo alla fase di crescita di un essere vivente, come ad esempio una pianta:
è arcinoto l’esempio della piantina che, venendo su storta, richiede di essere legata ad un bastone, in modo da correggere l’imperfezione e permetterle di crescere alta, rigogliosa e forte. Senza sostegno, crescerebbe certo, ma sarebbe condannata ad un’esistenza da “piegata”, e porterebbe con sé per molti anni il peso di questa mancanza di cura iniziale. Esempi
del genere se ne potrebbero fare a bizzeffe, con protagonisti animali o esseri umani, ma la sostanza non cambia, e può essere tranquillamente applicata anche alle aziende.
Tutti i difetti rilevati nella fase di preparazione, vanno corretti e riparati in uno step immediatamente successivo, prima ancora di farsi venire qualsiasi tipo di altra idea e perseguirla.
Ecco qualche esempio di “riparazione” che, spesso, si rende necessaria:
- Modifiche nella politica di approvvigionamento delle fonti di finanziamento:
può trattarsi,dunque, di nuovi fidi o finanziamenti bancari, dell’apporto di nuovo capitale proprio, della
ricerca di un socio che creda nel progetto e introduca nuova liquidità; ma anche nella graduale modifica della politica di pagamento ai fornitori, richiedendo dilazioni laddove non ci vengono concesse, e così via; - Modifiche nel rapporto fra fonti di finanziamento e investimenti:
spesso non c’è un’adeguata correlazione fra tipologie di finanziamenti in essere e struttura degli
investimenti aziendali, e può rivelarsi fondamentale studiare variazioni e implementazioni. Il denaro non è sempre uguale a se stesso, ed è importante anche la forma tecnica in cui viene concesso, ovviamente in rapporto a quanto presente nell’attivo dello stato patrimoniale; - Modifiche nella struttura degli investimenti aziendali, al fine di aumentarne la redditività:
tantissime volte gli imprenditori si dimenticano di calcolare, con lucida freddezza, quanto ci
stanno guadagnando (o perdendo) dal loro investimento in azienda, in rapporto al rischio
d’impresa che corrono. Messi di fronte all’evidenza, ammettono che non sarebbero mai
stati disposti ad investire tutto quel denaro in borsa, magari in azioni di aziende del loro
stesso settore, per guadagnarci “così poco”. Invece, nella loro impresa continuano a
mettere denaro, rischiando un sacco e portando a casa poco più del rendimento di un
titolo di Stato. Prima di pensare alla crescita, bisogna riportare le aziende sulla giusta
carreggiata, rendendole capaci di ricavare margini decorosi e adeguati: solo in questo
modo un successivo ampliamento si rivelerà profittevole. - Modifiche nell’organizzazione d’azienda, nella tecnologia, nelle strategie di marketing, ecc.:
una strategia di marketing sbagliata, giusto per sviluppare uno degli argomenti appena
accennati, che magari non funziona nemmeno a livello del vostro quartiere, non è che
“magicamente” diventa efficace solo per il fatto di essere messa sul web, e aver fatto
qualche post “sponsorizzato” su Facebook, anzi gli errori rischiano di tornare indietro e
colpire l’azienda come un boomerang. Anche in questo caso, sistemare le cose affinché
funzionino bene, prima di compiere qualsiasi altro passo, non potrà che apportare benefici
anche in eventuali fasi di evoluzione e crescita.